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Beppe Carletti storico fondatore dei Nomadi "la musica è una passione"

Qual è la scintilla che ha fatto nascere la collaborazione con il maestro Santori sfociata nel doppio cd live "Nomadi & Omnia Orchestra"?
"Ho conosciuto Santori nel '92 poi ci siamo persi di vista e infine ritrovati. Ci siamo divertiti a suonare con l'orchestra a Sanremo 2006 e da li abbiamo cominciato a pensare ad un progetto che abbiamo realizzato dopo un anno".

Perchè non avete mai scelto prima d'ora di suonare nei teatri? "Ma perchè penso che ogni cosa vada fatta al tempo giusto, era già un pò che ci pensavamo e ci siamo arrivati quest'anno, diciamo che ci stiamo divertendo, è molto bello, vediamo che anche la gente si diverte e ciò ci spinge a pensare di fare anche l'anno prossimo un tour teatrale".

Perchè avete aspettato 35 anni per ritornare a Sanremo?
"Era già da un po' di tempo che si pensava di andare a Sanremo ma un anno non avevamo voglia di andarci, un altro c'erano motivi diversi, bisogna andarci quando si è convinti e sicuri di sè. Avevamo un disco da lanciare e abbiamo considerato che il palco più giusto era quello di Sanremo. Ce l'hanno chiesto loro, non abbiamo dovuto mandare prima la canzone per vedere se gli piaceva, volevano i Nomadi e quello che sanno fare, volevano il nostro nome e modo di essere, noi siamo così non è che possiamo cambiare faccia quando andiamo a Sanremo. Se siamo ancora qua dopo tanti anni vuol dire che siamo coerenti con noi stessi e con la gente".

Quali sono i progetti umanitari per il futuro?
"Nel Madagascar siamo portando avanti un progetto che seguo personalmente".

Torniamo un pò indietro nel tempo all'epoca di "Come poter giudicar" del '66 momento in cui tu dicesti - smettemmo di essere un pubblico che fa ballare la gente- . Che significa?
"Fino al '65 suonavamo e la gente ballava, l'anno successivo con il primo successo "Come poter giudicar" chi ci ascoltava non ballava più, ascoltava appunto".

Vi ispiravate agli Animals nel 1966?
"Si, amavamo molto gli Animals, Augusto Deolio aveva un amore particolare per Eric Burdon, poi aveva la voce che si adattava benissimo a cantare le canzoni degli Animals, un gruppo che ha fatto epoca in quegli anni, ci rispecchiavamo in loro, sono stati di grande aiuto per noi".

Che significa che i fanclub per avere il vostro consenso devono fare beneficenza?
"Ti spiego come funziona. Chi vuole costituire un funclub deve fare iniziative umanitarie, poi che lo faccia al proprio paese o da un'altra parte non è importante. Noi diamo il consenso ma a fine anno vogliamo vedere quello che è stato fatto. Considera che noi in Italia ne abbiamo circa 150, ci sono ragazzi e ragazze molto bravi, non c'è bisogno di costruire un mondo nuovo ma se ognuno fa delle piccole cose forse ci si riesce. Tutti insieme come una forza".

Tu hai affermato che dal '98 non avete più il produttore, significa che vi autoproducete?
"Abbiamo fatto anche questo negli anni '80 però io stavo parlando di una cosa diversa. Di solito tutti i cantanti hanno il loro produttore esecutivo, quello che insieme all'artista sceglie le canzoni, va con lui in sala di registrazione, decide l'uscita del disco. Dal '98 sono io il produttore esecutivo in sostituzione di una persona che ha lavorato 30 anni con noi. Il produttore esecutivo usa i soldi della casa discografica, a differenza del produttore che invece li investe".

Avete in programma date all'estero?
"No, adesso no, abbiamo l'Italia ed è già abbastanza lunga e larga, ci divertiamo e non abbiamo ambizioni, anche perchè il nostro tipo di musica, il nostro linguaggio non è molto consono a quello che va fuori dall'Italia".

Ma non sarebbe giusto che la musica italiana si diffondesse in tutto il mondo? "Certo sono d'accordo con te, ma il nostro linguaggio, nel senso dei testi, non è consono. All'estero hanno successo Ramazzotti e Pausini con canzoni d'amore molto più orecchiabili, usano un altro tipo di linguaggio per esprimere l'amore, e poi non è che ci teniamo più di tanto. Se capita bene ma se non capita non ne facciamo una malattia".

Cosa consigli ad un giovane appassionato di musica che voglia intraprendere questa carriera? "Consiglio di cantare e suonare senza pensare al successo, penso sia la cosa migliore. Io dico sempre, se uno si mette a cantare per far successo ma questo non arriva, cosa fa? Se una persona ama la musica deve coltivarla, poi, se arriva il successo ben venga e se non arriva continua ugualmente a suonare e cantare. La musica tu lo sai benissimo è una passione".

Piera Marsilio

articolo sul concerto ad Adria del 12 dicembre 2007



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